Signor Fallout, io mi spaventerei un pochettino al posto suo.

In un periodo in cui sia Mass Effect: Andromeda che Fallout 76 si sono rivelati giochi abbastanza mediocri (per Fallout 76 mediocre è un complimento) la mancanza di un GDR Occidentale ben fatto cominciava a farsi sentire. In risposta a questa esigenza Obsidian, sviluppatore di Fallout: New Vegas, ha ben deciso di crearne uno completamente inedito e che rispondesse ai desideri dei fan del genere. Ed è così che ci ritroviamo tra le mani The Outer Worlds, un GDR con evidenti mancanze ma pieno di amore nei confronti dei suoi predecessori.

Trama

La storia principale di The Outer Worlds risulta essere abbastanza semplice dall’inizio alla fine, senza raggiungere picchi qualitativi particolarmente elevati: Il nostro protagonista (completamente personalizzabile) viene spedito, tramite ibernazione, nel sistema di Alcione insieme ad altre migliaia di persone con l’intento di colonizzarlo. Qualcosa però va storto e il nostro eroe non viene risvegliato immediatamente ma soltanto molti anni dopo da uno scienziato pazzo il cui obiettivo è quello di risvegliare tutte le persone rimaste in ibernazione per cercare di salvare Alcione dal suo stato di decadimento più totale.

Il contesto di The Outer Worlds resta quasi sempre assurdo e comico, portando agli estremi il concetto di capitalismo e riuscendo a muovere il giocatore verso temi ideologici come la dicotomia tra anarchia e dittatura. Nonostante queste ottime basi l’intreccio di per sé non riesce mai a decollare del tutto è rimane un semplice contesto per l’ottimo sviluppo di personaggi e dialoghi. Questi ultimi sono la colonna portante dell’intera produzione: sono tantissimi e il giocatore avrà a disposizione moltissime linee di dialogo tra cui scegliere che influenzeranno direttamente il mondo di gioco. Paradossalmente è l’intreccio delle missione secondarie e dei compagni, che ci accompagneranno durante il viaggio, a risultare molto più interessanti e variegate proprio perché ci porteranno a conoscere un universo di gioco ben costruito. Quindi è altamente sconsigliato andare avanti soltanto nella storia principale perché in questo modo The Outer Worlds risulterebbe un gioco abbastanza scadente considerando anche il gameplay non proprio eccellente.

Gameplay

The Outer Worlds  non è un tripla A e si vede. Le mappe sono molto contenute, che di per se non è un difetto, ma porta il giocatore a non affrontare molti scontri, o almeno, le fasi dialogiche occupano molto più tempo di quelle in cui si spara. All’inizio la cosa non pesa troppo soprattutto grazie all’ottima scrittura già citata ma, a lungo andare, si sente l’esigenza di avere più spazio per i combattimenti e l’azione. Però la scelta di rendere gli scontri secondari nelle meccaniche di gameplay è stata fatta probabilmente non solo per la scelta ruolistica (molti scontri sono evitabili tramite capacità dialettiche), ma anche perché di fatto il sistema di combattimento è estremamente semplice a livello di meccaniche: Il personaggio ha ben poche abilità che rinfrescano gli scontri e il gunplay per quanto soddisfacente non è sufficiente ad animare gli scontri, anche grazie ad una IA nemica quasi inesistente. Inoltre il gioco a livello normale risulta estremamente semplice rendendo superfluo l’enorme quantità di consumabili che troverete in giro e l’ottimo sistema di sviluppo del personaggio. Per questo è consigliata la modalità difficile che magari, anche se per poco, riesce a rendere gli scontri più divertenti e soprattutto un’alternativa ai dialoghi.

Comparto Tecnico

Il discorso sul non essere un tripla A vale anche per il comparto tecnico. Con ciò non si vuole dire che The Outer Worlds sia brutto da vedere anzi, il comparto artistico è in grado di rendere il gioco un piacere per gli occhi: Lo stile steampunk che si respira e i vari cartelloni pubblicitari al limite del ridicolo valgono da soli il biglietto di ingresso. Quando si guarda in cielo difficilmente non si rimane stupefatti dai colori e dai pianeti vicini, i problemi si hanno purtroppo nelle brevi distanze: le texture non riescono a tenere il passo con la qualità raggiunta dalle produzioni odierne, la stessa cosa si può dire per le animazioni facciali che sono quasi inesistenti. Inoltre i visi dei personaggi secondari risultano tendenzialmente molto simili tra loro e diverse volte si fa fatica a distinguerli. Non si segnalano bug di alcun genere ma è comprensibile considerando la mole di contenuti.

La colonna sonora risulta piacevole ma niente di più di un mero sottofondo; sicuramente nulla di memorabile.

Pro

  • Personaggi ben scritti e dialoghi di altissima qualità
  • Universo di gioco artisticamente accattivante
  • Tanto loot

Contro

  • Trama banale
  • Combat system mediocre
  • Eccessivamente facile
RASSEGNA PANORAMICA
Trama
8.5
Gameplay
7
Comparto tecnico
7.8
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Videogiocatore fin dalla nascita, adoro principalmente i GDR ma non disdegno praticamente nessun genere. Mi vedrete scrivere principalmente recensioni, perché ho una serio problema per il criticare le cose.
the-outer-worlds-il-nuovo-fallout-analisiThe Outer Worlds è un ottimo GDR Occidentale che fa della qualità dei dialoghi il suo cuore pulsante. Sicuramente risulta essere un ottimo sostituto per quei GDR che sono caduti molto in basso negli ultimi anni. Purtroppo però il budget limitato si sente e il sistema di combattimento talmente anonimo impedisce a The Outer Worlds di raggiungere l'eccellenza. La speranza ricade in un sequel con più possibilità perché è indubbio che ad Obsidian il talento non manca. Per cui mi sento di consigliarlo fortemente a chi ama i GDR ma di contro non sarà sicuramente il titolo che farà gola a chi non impazzisce per lunghi dialoghi e meccaniche ruolistiche.