Che esca un seguito, un reboot, persino un remake… sappiamo tutti quali migliorie vorremmo vedere e cosa potrebbe riaccendere la nostra fiducia.
Sono di nuovo io, la redattrice in fissa di avventure spaziali e non, che se l’è giustamente presa con BioWare per aver compromesso passate emozioni. Nello scorso articolo sull’argomento, vi avevo lasciato con una domanda: vogliamo davvero un nuovo Mass Effect?
La risposta è certo che si! Dopo tutto siamo solo umani! Dei nerd in crisi d’astinenza da mancate scappatelle nella Cittadella in compagnia di squamosi e fascinosi alieni. Come potremmo anche solo concepire il mondo degli RPG senza l’universo sci-fi più amato e odiato della storia dei videogiochi?
Avevamo già dato una chance a BioWare dopo la decisione di resuscitare la saga con Mass Effect: Andromeda (e non me ne pento, signori… nonostante le maledizioni lanciate contro ME 3). E anche per l’ultimo titolo la nostra fiducia non è stata ripagata a dovere, tra tutti i problemi tecnici, le scelte randomiche di caratterizzazione e in generale una narrativa che non è riuscita nemmeno lontanamente a competere con quella della trilogia originale.
Chi può dirlo cosa ci toccherà comprare, disprezzare o adorare nel futuro? Chi può dire se mai ci saranno seguiti o reboot del franchise?
Per i nostri affezionati casi in cui diciamo “non succede ma se succede…”, tutti sappiamo cosa rispondere quando ci viene chiesto cosa vorremmo per il futuro dell’universo di Mass Effect.

Forte dei miei giudizi ed elucubrazioni del precedente articolo ma ancora speranzosa, ho raccolto 10 cose che, si sa, i fan di tutto il mondo desiderano ardentemente e che secondo me salverebbero una nave che sta ancora colando a picco… Cominciamo dunque con questa carrellata di 10 modi in cui Mass Effect può essere salvato.
Ho già lucidato l’armatura N7. Forza BioWare, so che puoi farcela.
1. UNA BUONA CAMPAGNA MARKETING
Considerando le potenzialità soprattutto narrative che un nuovo Mass Effect post-trilogia avrebbe potuto avere, c’era parecchia carica nell’aria e i fan hanno avuto modo di dare un primo sguardo ad Andromeda durante la frenesia da PS4 Pro. Il gioco era stato presentato come un apporto forte al nuovo hardware, con lighting da nuova generazione e molti altri effetti stupefacenti.
Tuttavia, non abbiamo ricevuto nient’altro a parte quel paio di chicche tecniche, solo presentazioni del multiplayer e qualche frase sparsa, come “Welcome to the Andromeda Initiative”, giusto per stuzzicare la curiosità.

Niente è stato anticipato che potesse effettivamente convincere i videogiocatori che BioWare fosse forte del suo prodotto e sapesse cosa stava realizzando, soprattutto dal punto di vista narrativo. E visto che l’effettivo apporto di Andromeda alla saga è paragonabile all’importanza di Han Solo che spara a Greedo in Star Wars, il tiro va decisamente aggiustato per un prossimo titolo. Non è poi così difficile dare ai fan qualcosa che possa portare l’hype alle stelle.
2. ABBANDONARE L’APPROCCIO DRAGON AGE: INQUISITION NELLO SPAZIO
Prendi la mia mano BioWare e ripeti con me “non sono capace di fare un gioco Open World” e fai un bel respiro di accettazione. Sappiamo tutti che ci hai provato e anche a quali titoli rivali stavi pensando durante lo sviluppo. Bethesda, Ubisoft, forse Rockstar, guardando al loro esempio BioWare deve aver pensato “Ah ecco come si fa: mettiamo troppo di tutto”.
Ma centinaia di Fetch Quest, Puzzle ripetitivi e inseguimenti di oggetti luminosi per la mappa non fanno un gioco divertente, soprattutto se si perde presto il senso di fare completismo in partite così lunghe e impegnative.

Abbiamo bisogno di spinte narrative forti per sentire di progredire nel gioco, di ragioni per percepire ogni missione come importante e di ambientazioni che non diano l’impressione che gli stessi sviluppatori abbiano finito la fantasia a metà strada. Vogliamo pianeti e stazioni spaziali tanto dettagliate quanto il codex di gioco!
BioWare ha già dimostrato di saper intrattenere, può decisamente tornare agli albori o almeno provarci.
3. VARIETÀ DI RAZZE ALIENE GIOCABILI
Lo so che il punto della trilogia era la difesa dell’umanità all’interno di questo grande e spaventoso universo inesplorato e pieno di alieni. Shepard era come il suo nome suggerisce “il pastore che guida la razza umana” verso il suo fantascientifico multietnico futuro, colui/colei che ha dimostrato il valore degli umani e dato ad essi un posto nell’Alleanza Galattica.

Eppure, passata quella fase, un messaggio “ecumenico” ancora più forte potrebbe essere dato dalla possibilità di giocare anche le altre culture. Ovviamente completato da variabili narrative e dialoghi per ogni scelta, da occasioni di paragone ed interazioni credibili che risaltino differenze e punti comuni fra le razze. Prendendo spunto dalle dinamiche d’incontro tra culture sulla Terra, si possono mostrare tantissimi scenari di lotta per l’affermazione, di accettazione, uguaglianza, molto di più che in passato se il personaggio giocabile è alieno. Ne verrebbero fuori messaggi ancora più forti ed emotivamente coinvolgenti.
Chi può dimenticare il fascino alla scoperta del modo di vivere dei Quarian, il parallelismo con minoranze etniche e religiose nomadi? E questa è solo la punta dell’iceberg.
Lo fa Elder Scrolls da sempre, sappiamo tutti quanto potrebbe farci contenti questa opzione: le abilità specifiche, l’interazione con gli altri personaggi, tutto cambierebbe arricchendo la partita. Potremmo giocare come Krogan, Turian, persino Geth tragicamente desiderosi di comprendere il senso della vita… sarebbero aggiunte fenomenali alla saga!
4. MULTIPLAYER E SINGLE PLAYER IN RELEASE SEPARATE

Su questo punto c’è ben poco da dire. Basta solo ricordare a tutti l’incredibile frustrazione nello scoprire che non era possibile sbloccare l’unico finale positivo di ME3 senza giocare il multiplayer, e anche per molte ore.
Mass Effect è un titolo RPG e narrativo, che chi approccia sa dovrà vedersela in singolo e godersi il racconto. E non fraintendetemi: amo anch’io le componenti multiplayer, il mettersi in gioco con altri giocatori all’interno di universi che ami e già conosci. Pensate tuttavia a quanto ne guadagnerebbe BioWare, persino EA, lanciando un multiplayer stand-alone, magari anche anche free-to-play, e lasciando in pace chi vuole solo fare esperienza di una bella storia.
Se il single player piace e diverte, nulla vieta di giocare anche il multiplayer… sarei io stessa la prima sulla lista.
5. RIPENSARE LE MECCANICHE DI DIALOGO

Di questo argomento avevamo ampiamente discusso nell’articolo precedente, commentando il sistema falsamente variegato in cui Andromeda gestiva i tratti psicologici del protagonista e ipotizzando un approccio più vicino a quello di un The Witcher o di Dragon Age: Origin.
La possibilità di un finale legato davvero a tutte le scelte precedenti e a delle interazioni umane credibili è stata una delle tante perle di quei due titoli, come di altri in cui è il roleplay a farla da padrone.
Insomma è auspicabile la possibilità di dare una voce molto più definita al personaggio, sentimenti e tratti distinguibili e molto diversi tra loro (non lievi variazioni su quella che poi era un’unica personalità oppure solo due opposte, come per la trilogia). Andrebbe dato modo al giocatore di prevedere esattamente cosa dirà il suo personaggio o comunque dove andrà a parare la conversazione. Le opzioni di caratterizzazione e di possibile roleplay sarebbero un fattore immersivo ancora più forte, arricchendo narrativa e relazioni.
6. LA NARRATIVA DEL PRESCELTO E ALTRI CLICHÉ… BASTA!
Nonostante ci sia sempre modo di riproporre vecchi cliché o scelte narrative classiche con un gusto nuovo, dando spessore e impronte uniche alla maniera in cui si racconta, si sa il già visto può alla lunga stancare.
Il bello del primo Mass Effect era anche quello del resto. Certo Shepard non era un soldato come tanti: era N7, incredibilmente capace e carismatico ma non il “salvatore per diritto di nascita”. Poi tutto girava intorno a lui/lei e, anche quando non era decisamente da considerarsi di sua competenza, aveva fin troppo peso su qualunque grande decisione della galassia. Ma la logica era un’altra: si nasceva come bravi soldati e si diventava eroi, che alla fine della fiera e a minacce incombenti non avrebbero potuto fare altro che mostrare coraggio e sacrificio.

La narrativa di Andromeda si basa su presupposti ben diversi e che tanto fanno pensare a questa logica:
“cavolo, quel marchingegno antichissimo e dalla meccanica indecifrabile non ha mai funzionato! Poi sei arrivato tu, oh eletto da una superiore intelligenza artificiale. Grazie fascinoso forestiero della Via Lattea!”.
Avete capito dove voglio andare a parare, vero? Tante sono le storie di prescelti che adoriamo, quale che sia il potere di turno che possiedono, la profezia che decide le loro sorti. Ma quanto ci piace di più quando siamo noi a creare un eroe, quando non siamo i deus ex machina di turno ma veri e propri credibili personaggi?!
7. TORNARE AD ANIMAZIONI FACCIALI UMANE… ALIENE… INSOMMA VIVE!
Sapete cosa sta davvero dietro le terribili animazioni facciali di Andromeda e la tragica inespressività dei personaggi? A quanto pare Electronic Arts ha lasciato intendere a BioWare che questo aspetto non fosse una priorità.
Liam Robertson, noto storico del videogioco responsabile di inchieste anche dall’interno delle case di sviluppo, ha infatti raccontato come fosse originaria intenzione di BioWare il dedicare più tempo alle animazioni facciali e del successivo rifiuto da parte di EA.
Insomma, tra le tante cose da fare, i veicoli simpaticissimi da guidare, le palme blu di Aya che ondeggiano al vento e il colore dell’interfaccia scanner da decidere, cosa importa del viso dei personaggi?! In un gioco RPG narrativo… dannata la miseria!
Questa sezione, dopo una notizia del genere, si commenta da sola, no? Anzi io ci metto un no comment e basta.

La soluzione è semplice, anche se richiede un investimento comunque a mio avviso sacrosanto vista la natura della saga: uno sviluppo in house delle animazioni dei personaggi con un team dedicato solo a quello e che possa portarlo a un nuovo livello. Forse non a “super standard” come quelli di L.A. Noir, ma almeno vivo e gradevole da vedere.
8. CATTIVI INTERESSANTI O UNA NARRATIVA AVVINCENTE
Similmente al punto 6, torniamo un po’ alla narrativa e a qualcosa che Mass Effect in effetti non ha poi così tanto curato fino al massimo del suo potenziale: i cattivi.
Nonostante i cattivi avessero spesso delle buone motivazioni, fossero anche personaggi un minimo sfaccettati e tormentati (pensate all’Uomo Misterioso), non hanno mai avuto una vera e propria caratterizzazione che fosse una. Nemmeno una tragica infanzia, un amore perduto o un qualunque altro stra-sentito motivo per cui decidere di devastare una galassia.
Non dico di prendere ispirazione dai personaggi del Trono di Spade, non sarebbe male però curare di più questo affascinante aspetto di trama e trarne di conseguenza una narrativa davvero avvincente. A differenza della classica impostazione dell’antica minaccia che risorge, si potrebbe impostare una spy story ambientata al tempo della Guerra del Primo Contatto o un dramma fantapolitico intorno a geniali concetti come la Genofagia. Qualcosa che non implichi necessariamente la distruzione dell’universo ma che possa coinvolgere davvero come in un libro di fantascienza.
Basta Teletubbies alieni immotivati insomma…

9. UN RITORNO ALLA VIA LATTEA
Decisione vigliacca commentata in precedenza a parte, l’abbandono della Via Lattea non è poi stata una grande o utilissima idea. Ha soltanto rimandato l’affrontare dal punto di vista del racconto i possibili scenari post finale di Mass Effect 3. Ha creato occasioni di esplorazione, sì. Ma visto che veniva più volte affermato che il 70% della nostra galassia era ancora inesplorato, non c’era vero motivo di lasciarla se non la paura per nuove radicali espansioni narrative.
Capisco che potrebbe dare non poche gatte da pelare. Tornare a casa implicherebbe la scelta di uno dei tre finali (visto il peso titanico che ognuna della tre scelte aveva sull’universo), oppure la radicale decisione di pensare un reboot in cui non ci si ritroveranno mai davanti simili opzioni. Eppure è fattibile, no?
Basta scrivere come si deve e metterci fantasia… questa cosa è anche gratis! Redimerebbe BioWare e donerebbe nuova fiducia da parte dei giocatori e degli affezionatissimi, ne sono sicura.
10. ESPANSIONE OLTRE MISURA DELL’UNIVERSO: NUOVE RAZZE, PIANETI, AMBIENTI…

La fantasia dal punto di vista di lore, storia, culture etc è il tratto distintivo di BioWare, la vera cosa che sa fare meglio di tutti secondo me. E i videogiocatori non ne hanno mai abbastanza.
Del resto, tra i tanti difetti di Andromeda, gli Angaran sono una delle aggiunte più belle: il loro modo di fare, di impostare la società e la vita familiare sono affascinanti. E prima ancora di Andromeda, pensate al fascino di un’Ardat-Yakshi, al sistema tribale dei Krogan, alla breve ma geniale vita di un Salarian…
BioWare non hai nulla da dimostrare da questo punto di vista, continua solo ad aggiungere e ad affascinarci!

E questa strampalata analisi in due parti del franchise che tutti vorrebbero forse salvare, Mass Effect, finisce qui. A meno di scrivere un vero e proprio trattato enciclopedico, non ho molto altro da aggiungere, se non un invito a commentare con le vostre opinioni e a tenere le orecchie tese per tutte le possibili novità.
Ci risentiremo sicuramente dopo l’annuncio di un nuovo titolo, quale che sia e se mai ci sarà, anche se i rumour si fanno sempre più insistenti. Sarò pronta ed entusiasta di riaprire l’argomento!