Arte nell’arte

Anche dopo aver finito il gioco, anche dopo esserci dimenticati la trama o il nome del protagonista, alcune colonne sonore rimangono impresse nella nostra mente. Di recente, un mio amico, ha silenziosamente riprodotto dalla mia cassa bluetooth una colonna sonora che non sentivo da un decennio. È bastato questo a rievocare non solo i ricordi del gioco, ma del periodo di vita in cui l’ho giocato. Ecco, quindi, le mie colonne sonore preferite.

L’ordine delle musiche è casuale.

Cuphead – Kristofer Maddigan

L’ho giocato (e finito, me ne vanto!) in cooperativa, nel periodo precedente alla quarantena. Se lo conoscete, sapete quanto sia frustrante. Dopo l’ennesima morte, l’ennesima maledizione lanciata, si è quasi tentati di disinstallarlo. Poi, però, dopo lo sfogo, può capitare di concentrarsi sulla musica. A quel punto, non si può far altro che continuare a giocare. L’energia che trasmette la musica di Cuphead è fuori dall’ordinario. Tuttora, ad ogni giocata a poker (e in altri contesti non sospetti), la riproduco sempre in sottofondo.

The binding of Isaac – Danny Baranowksy

Giocando alla prima versione e, prima ancora di comprenderne l’universo narrativo, lo percepivo anomalo, anche per il mondo indie. Lo stile era po’ giocattoloso. Tutto era ben illuminato, per essere ambientato in una cantina. Insomma, niente poteva far pensare all’orrore di fondo. Ma qualcosa non quadrava. Mostri abominevoli, forse estensioni di una mente malsana, si palesavano nello schermo. Quando cominciai a capire la storia rimasi di sasso. Ovviamente, senza le inquietantissime musiche, questo gioco non avrebbe potuto trasmettere la disperazione di cui è pervaso.

Dear Esther – Jessica Curry

Anche oggi mi chiedo cosa sia questo gioco. Il protagonista vaga in un’isola deserta di vita, ma non di vitalità. È stato sicuramente vittima di un incidente, lo si può vedere dai dipinti sul muro. Ecco, questa è la formula di una sostanza oppiacea, qui abbiamo la rappresentazione di un incidente stradale, qui gli scarti insanguinati di un’operazione chirurgica. Eppure, sembra tutto frutto di una mente vegetativa. È il modo delle sua mente di espiare una colpa? È forse morto qualcuno, volontariamente o meno, nell’incidente? La musica riflette perfettamente il dramma e gli enigmi. Sottovalutata a torto, secondo il mio parere.

Crysis 3 – Hans Zimmer

Come non inserirla? Hans Zimmer ha impacchettato una colonna sonora assolutamente memorabile. Solo ascoltandola si viene catapultati nel mondo cefalopode di Crysis 2.

The Vanishing of Ethan Carter – Mikolai Stroinski

Il gioco potrebbe essere definito come un poliziesco basato sul paranormale. Quello che colpì, al tempo, non fu però la trama, ma la grafica fotorealistica. Anche adesso se ne rimarrebbe meravigliati. Chissà come e perché, nonostante il gioco non mi abbia fatto impazzire, questa colonna sonora è rimasta impressa nella mia memoria. 

Final Fintasy – Nobuo Uematsu

Questa è la colonna sonora fatta riprodurre dal mio amico e che ha ispirato questo articolo. Non ricordavo a quale Final Fantasy appartenesse (ora, cercandola, la risposta è arrivata). Non ricordo ugualmente la trama, né il contesto. Ma non è necessario: racchiude plasticamente tutta la sua potenza evocativa.

Ori and the Blind Forest – Gareth Coker

L’evidenza incontestabile che, se ogni gioco ha un’anima, chi li gioca risuona alla stessa frequenza. Solo questo posso dire di questo gioco, anzi, di questa esperienza. E le musiche non sono altro che il coronamento di un’opera eccelsa.

Infine, una colonna sonora che vorrei

Questo pezzo è un crescendo di emozioni, un’esperienza prima lieve, poi devastante. Inserita nel giusto contesto narrativo, potrebbe regalare emozioni equivalenti a quelle delle musiche qui riportate. Con questo sottofondo, vi rimando ad un prossimo articolo!