La seconda stagione arriva al termine.
Da poco si è conclusa la seconda stagione di DLC per Battlestar Galactica Deadlock e siamo qui per parlare un po’ di questi contenuti aggiuntivi che allargano ulteriormente l’esperienza del gioco. Dopo essere rimasti piacevolmente stupidi dal gioco base e dai DLC della prima stagione, tra cui è bene citare The Broken Alliance, abbiamo potuto mettere le mani su quelli più recenti.
L’esperienza che abbiamo avuto è stata appagante, in linea con quanto ci aspettassimo ed onesta nel prezzo a cui il prodotto è venduto. Prima di fiondarci nei DLC più corposi, di cui già abbiamo anticipato qualcosa nella notizia relativa, direi di sbrigarci cone quello meno articolato a livello di contenuti, cioè Modern Ships Pack.

Nuove navi e missioni in Battlestar Galactica Deadlock
Come dice il titolo, infatti, si tratta di un pacchetto navi aggiuntive, che contiene quelle più in linea con la serie televisiva del 2003. Queste astronavi non saranno presenti nelle campagne, dato che queste ultime sono ambientate durante la prima guerra Cyloni, mentre la serie del 2003 è successiva. Ci saranno tre navi aggiuntive per fazione, ben dettagliate e fedeli a quelle della serie TV. Il prezzo è contenuto, poco oltre 3€, e ci sembra onesto anche se l’uso possibile di queste unità è limitato.
Resurrection, Ghost Fleet Offensive e Armistice
Questi DLC proseguono la storia lasciata in sospeso alla fine della prima sequenza di contenuti aggiuntivi, cioè la prima stagione, ed aggiunge nuove navi. L’esperienza di gioco è piuttosto simile a quanto già visto nel gioco base quindi in linea anche con i DLC passati. Va precisato che nel frattempo il titolo ha goduto di vari aggiornamenti che hanno apportato a volte notevoli miglioramenti, limando alcuni dettagli e perfezionando alcuni sistemi, come l’uso di tasti di scelta rapida per la selezione degli squadroni ed una selezione delle unità più semplice.
Tutto ciò arricchisce il gioco base, dato che questi aggiornamenti, anche se portati avanti durante la seconda stagione, sono stati tutti gratuiti. Passiamo adesso ai DLC veri propri. Come già detto la storia prosegue da dove l’avevamo lasciata, aggiungendo alcune missioni e navi in quella che è proprio una nuova fase della guerra tra Cyloni e Coloniali.
Senza svelare nulla sulla storia, che si articola anche in qualche colpo di scena carino. Le missioni principali conducono la storia in avanti, mentre quelle secondarie ci danno tutte le risorse per poter rimpolpare la nostra flotta, sia in termini di organico, che in termini di esperienza, con l’assegnazione di ufficiali e così via. Queste ultime infatti restano definite come “resource missions” proprio perché garantiscono, se completate con successo, un afflusso importantissimo di tylium e punti requisizione, le due risorse del gioco.

La minaccia Cylone – Battlestar Galactica Deadlock
Oltre a ciò questi DLC presentano alcune nuove caratteristiche. A differenza della campagna del gioco base, dove le possibilità di missione erano molto ampie, con numerosi pianeti da difendere, adesso la situazione è stata più semplificata. Il posizionamento delle flotte non è più molto rilevante, dato che un salto permette di spostarle in un teatro di guerra rapidamente e senza vincoli di movimento.
Una nuova funzionalità introdotta è il livello di minaccia Cylone, cioè un indicatore che aumenta con il tempo e che porta a malus di vario tipo per il giocatore, come un costo maggiore per i salti spaziali, una presenza nemica più forte fino all’impossibilità di fare l a missione principale. Per abbassare il livello di minaccia Cylone è necessario svolgere le missioni secondarie, che quindi diventano vitali e necessarie per portare a termine la storia principale.
L’idea funziona perché obbliga il giocatore a fare missioni secondarie, generate proceduralmente ogni turno, per allungare l’esperienza di gioco, ma, di contro, obbliga il giocatore ad occuparsi, a volte, di missioni piuttosto noiose o di alcune non sempre equilibrate.

Gameplay, bilanciamento e difficoltà
I DLC non sono particolarmente difficili e, dato che si tratta solo di contenuti aggiuntivi, le meccaniche di base di battaglia, restano pressa poco le medesime. Le unità sono ben bilanciate, anche quelle che apparentemente sembrano totalmente squilibrate, come la Ranger e la Janus, che, nonostante abbiano lo stesso costo di impiego in una flotta e siano essenzialmente delle navi lanciamissili a distanza, risultano avere delle minime, ma importanti differenze.
Alcune missioni secondarie sono un po’ sbilanciate, specialmente quelle di supporto o protezione ad unità civili, questo perché queste ultime sono spesso molto vulnerabili e se attaccate ostinatamente dal nemico il risultano è quasi sempre inevitabile. Probabilmente una segnalazione durante lo schieramento delle navi può essere utile, perché spesso, nel cielo stellato, risulta difficile identificare le piccole navi civili.
Le missioni principali, specialmente quelle finali di ogni DLC, risultano piuttosto ostiche, anche a difficoltà basse. Spesso ciò è dovuto al gran numero di nemici, che bombarderà letteralmente ogni nostra nave, costringendo ogni unità a dare il massimo. Vitale è muovere le navi nel modo giusto, in modo da prevedere le mosse del nemico e sfruttare le potenzialità di ognuna.
Peccato per le missioni in generale, che ho trovato personalmente un po’ più ripetitive. Se nel gioco base o nei primi DLC vi era una certa varietà tra missioni di recupero, scorta, distruzione e così via, adesso la varietà si è, in molti casi, ridotta a “distruggi ogni presenza nemica nella zona”. Ciò diventa con il tempo ripetitivo, anche perché in certe situazioni, specialmente nelle missioni secondarie verso la fine delle mini-campagne, le nostre flotte saranno spesso ridicolmente più forti di quelle nemiche e potranno devastarle senza troppi problemi.