Come Star Wars, o quasi.
Con l’uscita del quinto capitolo, moltissimi videogiocatori si sono affacciati per la prima volta alla saga videoludica di DMC, un universo in realtà non poco travagliato.
Lo sviluppo della trama infatti non rispetta l’ordine cronologico d’uscita dei giochi, un dettaglio che ha “arricchito” Devil May Cry con:
- svariati buchi di trama;
- un reboot;
- personaggi inseriti in modo totalmente randomico (e che a volte, non rivedremo mai più);
- fan service selvaggio (degno di One Piece).
Eppure, Devil May Cry ha anche dei difetti. In questo articolo quindi, ci rivolgeremo ai neofiti della saga che vorrebbero tanto capirci qualcosa senza necessariamente recuperare tutti i giochi precedenti, cercando di essere concisi e semplici all’ennesima potenza, giusto per poter dare un’infarinatura generale (e inutile dirlo, sì: questo testo contiene gli spoiler).
State tranquilli: il vostro segreto sarà al sicuro con noi, ma mettetevi comodi e preparatevi ad un excursus molto più complicato di quanto possa sembrare, visto che, per rispettare la trama, l’ordine corretto dei giochi è:
- DMC 3;
- DMC 1;
- DMC 4;
- DMC 2;
- DMC 5.
Confusi? Nessun problema, è più che lecito, visto che perfino gli appassionati spesso hanno seria difficoltà a ricordare la consecutio giusta.
Devil May Cry 3: una famiglia particolare
Il terzo capitolo di Devil May Cry getta le basi della trama. E’ proprio in DMC 3 infatti che vediamo dei giovanissimi Dante e Vergil, i gemelli figli del demone Sparda (detto “Cavaliere Oscuro” perché “Cavaliere Nero” era già stato preso) e dell’umana Eva.
Il primo scomparirà misteriosamente dopo aver liberato il mondo umano dalla supremazia demoniaca, mentre la seconda sarà barbaramente uccisa qualche anno dopo da un’orda di demoni piuttosto vendicativi: e vai con i prologhi, quelli allegri.
E se Dante proprio in questo titolo deciderà di dedicare anima demoniaca e corpo umano ad asfaltare mostri a suon di Rebellion, proiettili e humor, Vergil al contrario sarà alla costante ricerca di potere (e donne, evidentemente, visto che sarà l’unico ad avere una progenie a differenza del fratello, ma di questo ne parleremo più avanti). E ovviamente, l’uno dovrà impedire all’altro di raggiungere i suoi scopi.
L’unica presenza femminile del gioco sarà Lady, una discretissima e timida ragazza che preferisce cacciare demoni in modo stealth imbracciando un bazooka quasi più alto di lei (da brava eroina nipponica).
Il cattivone di turno? Il maggiordomo (come Cluedo ci insegna) Arkham, ma con un leggero disturbo della personalità.
E sì, Arkham si rivelerà essere proprio il padre di Lady. Oh, no.
Devil May Cry 1: “the struggle is real”
Alla fine di DMC 3, contrariamente a quanto narra la Divina Commedia, è Vergil a scendere nelle profondità infernali, mentre Dante decide di aprire la sua agenzia sgozza-demoni chiamandola per l’appunto “Devil May Cry” (in lingua originale “Debiru Mei Kurai” e no, non ha niente ha a che vedere con Hanzo in Overwatch).
Mai come adesso, il nostro protagonista in rosso sarà affetto da un pesantissimo complesso di Edipo, poiché incontrerà una donna di nome Trish creata ad immagine e somiglianza (letteralmente) della compianta madre Eva. A generarla sarà infatti proprio Mundus, acerrimo nemico di Sparda nonché esecutore della morte della stessa Eva.
Ad incasinare ancor più la sua psiche già pesantemente compromessa, Dante rincontrerà Vergil ma tramutato, sempre da Mundus, nel demone cavaliere Nelo Angelo (occhio al nome, ci servirà più tardi). Inutile dirlo: botte da orbi con tutti i feels annessi e connessi.
No, Lady in questo capitolo non è pervenuta, poiché il primissimo gioco classe 2001 è opera di Hideki Kamiya (babbo anche di Bayonetta), mentre sarà poi Hideaki Itsuno a curare la saga dal secondo capitolo in poi (reboot incluso, ma ci arriveremo anche a quello).
Il buon Kamiya infatti (nonostante gli incassi spropositati) venne tagliato fuori dalla Capcom subito dopo DMC 1 per motivi ignoti.
Devil May Cry 4: fanservice, fanservice ovunque
E’ in questo capitolo che Dante conosce Nero (vi dice niente il nome?). Il ragazzo è albino come lui, combatte armato di spada e pistola, è invulnerabile quasi quanto lui, ma ha un potentissimo braccio demoniaco a rendere le sue combo ancor più SSStilose. Che sia anche lui un semi-demone? Spoiler: sì.
In Devil May Cry 4 però il fattore fan service diventa talmente alto da dotare di jiggle physics (ndr, la celebre fisica del petto femminile) anche la castissima e pudica fidanzata di Nero, Kyrie, ma non solo: vedremo infatti nuovamente Lady e Trish, anch’esse potenziate dal punto di vista… estetico? Nami ha fatto storia, suvvia.

E se non bastasse, Trish, per infiltrarsi nella setta di fanatici su cui la Devil May Cry sta indagando in questo titolo, si traveste perfino da un personaggio ancor più procace e sensuale: si tratta infatti di Gloria, da tutti ribattezzata affettuosamente “Lady Gaga“.
Perfino i boss del gioco avranno un che di vagamente attraente, ma nulla a che vedere con l’indimenticabile strega appassionata di metal Nevan in Devil May Cry 3.
Devil May Cry 2: top of the flop
Facciamo una dovuta premessa: immaginate di essere un giovanissimo Hideaki Itsuno, che si ritrova a dirigere un progetto non ideato da lui ma che necessita di un sequel al più presto. Ecco a voi il capitolo canonico più odiato dai fan della saga.
Dante continua la sua caccia ai demoni e tra svariate peripezie conosce Lucia, una abilissima guerriera dai capelli rossi che sarà addirittura giocabile in DMC 2. Purtroppo, lei è tristemente uno di quei personaggi che non rivedremo mai più nella saga.
In generale, salvo palazzi demoniaci, demoni a forma di elicotteri, ed un cattivone il cui stile sembra estratto da Saints Row, il gioco non è così terrificante come sembra. Diciamo pure “particolare”, suvvia: dopotutto, è una vera e propria chicca che Dante e Lucia abbiano posato come modelli per la Diesel in questo capitolo (cosa non si fa per campare).
E poi, pensateci: senza il sonoro flop di questo capitolo, Hideaki Itsuno non avrebbe mai corretto il tiro per partorire Devil May Cry 3, quindi in un certo senso, i fan devono essergli quasi perfino debitori.
DmC – Devil May Cry: giusto per cultura generale
Vi sveliamo un piccolo segreto: se volete far letteralmente raggelare il sangue ad un fan accanito di Devil May Cry, limitatevi a mormorargli nell’orecchio “Ninja Theory“. Perché i creatori dell’acclamatissimo Hellblade: Senua’s Sacrifice ebbero anche la brillante idea di smantellare quel poco di trama ottenuta in nome di un totale stravolgimento.
Capcom infatti, convinta che la saga necessitasse di essere molto più “g-g-g-g-iovane” (ndr, citazione necessaria) per implementare le vendite, ha dato la propria benedizione al titolo più chiacchierato della serie, incentivando ed anzi incoraggiando le massicce modifiche alla trama (anche solo nel character design o nell’aver reso Eva un angelo per tramutare i gemelli così in nephilim).
In realtà, non c’è molto da dire sul gioco, se non che c’è stato un notevole implemento rispetto ai capitoli precedenti:
- grafica e giocabilità notevolmente migliorate;
- molta più scurrilità e tamarraggine per Dante (spesso e volentieri, totalmente immotivate e senza un vero e proprio nesso logico causa-effetto);
- personaggi secondari (e verrebbe da dire, anche principali) sempre più facili da dimenticare.
Erroneamente (e per anni), il reboot è stato ribattezzato “DMC 5“, poiché uscito immediatamente dopo il quarto capitolo. Là fuori, c’è ancora qualcuno convinto di questo errore, ma potete facilmente correggere questa imprecisione scagliando ripetutamente una copia fisica del vero Devil May Cry 5 sulla faccia del malcapitato.
Per lo stesso principio del secondo capitolo, probabilmente senza questo rifacimento e la sua tiepida accoglienza in termini di incassi (ndr, circa un milione di copie vendute nel primo anno dopo l’uscita), Capcom e lo stesso Itsuno non si sarebbero mai accorti di quanto la saga canonica fosse ancora e largamente apprezzata, a tal punto da meritare un degno epilogo.
Devil May Cry 5: tutto torna
Come espressamente dichiarato dallo stesso Hideaki Itsuno, è proprio nel quinto capitolo che si è cercato di colmare tutte le lacune presenti nella trama, integrando anche dettagli presenti in novel, manga e perfino anime dedicati a Devil May Cry.
Tranquilli: non è necessario conoscere tutte queste opere. Vi basti sapere che la ragazzina petulante che telefona Dante ad un certo punto del gioco è Patty, apparsa nell’anime, mentre Nico è la nipote di Nell Goldstein, vista in uno dei romanzi di Devil May Cry e autrice di Ebony e Ivory, le leggendarie pistole dal fuoco infinito adoperate da Dante.
E come chiunque aveva ipotizzato già ai tempi del quarto capitolo, viene confermata ufficialmente la paternità di Vergil per Nero. Non è ancora certo come e quando sia avvenuto il concepimento, ma probabilmente, ulteriori dettagli in merito verranno menzionati nella imminente Special Edition di questo capitolo.
Inoltre: qualcuno ha detto easter-egg per caso? Ebbene sì, ci sono anche quelli a rimandare costantemente ai precedenti capitoli (e perfino al reboot), ma certi sottili dettagli li lasceremo scovare ai fan più ossessionati.