Giorgio Calandrelli, aka Pow3r, non racconta solo se stesso ma anche un mondo nuovo e di ancora difficile comprensione in Italia: il gaming agonistico.

Giorgio Calandrelli, classe dei novantini e pro player di professione, è il ragazzo di Ostia che gioca e fa i grandi numeri su Twitch e YouTube, con il nome di Pow3r. Giornalmente porta i suoi affezionatissimi spettatori a Verdansk, danza con i Bazooka di Fortnite sulle spalle, affronta draghi e compare in gigantografie dell’Adidas a Milano.

Pow3r è un personaggio e un e-sportivo iconico in Italia, non per primo né per ultimo lo conferma il riconoscimento di Best Italian Content Creator per gli Italian eSports Awards. Ma non c’è solo il nickname, che sa di professionista di win. Dietro un brand c’è anche un normalissimo ragazzo con i suoi trascorsi, forte di un percorso non privo di ostacoli e delusioni. E Giorgio racconta proprio tutto nel suo libro, Io sono Pow3r edito Salani e disponibile dallo scorso ottobre, come se fosse una chiacchierata fra amici su Discord, non tralascia brutti momenti e non si trattiene dal mostrarsi fiero di certi successi. Una voce che già dalle prime pagine è sincera e sentita, senza forzature o fronzoli da autobiografi impazienti di far vedere “quanto è figo essere me”.

Con la collaborazione del giornalista di settore Emilio Cozzi, viene fuori un prodotto editoriale di oltre duecento pagine e diverso dal solito, che fa più che raccontare una storia. Cercando di evitare “spoiler”, al contenuto e ai messaggi ci arriviamo a breve, ma non prima di aver un minimo contestualizzato il progetto.

Io sono Pow3r book

Perché scrivere (certo non senza assistenza di chi è professionista di scrittura e giornalismo specializzato) un libro, perché parlare di gaming, di e-sports con un mezzo così tradizionale? Quello che subito si capisce dalla lettura è che l’intento è anche quello di far conoscere, di informare chi di questo mondo non sa nulla o chi, piuttosto, non vuole saperne. Chi ha diffidenza o chi ci si avvicina con non poche perplessità, magari qualche genitore che non si spiega una passione così cocente come quella per il videogioco e ne è spaventato. 

Io sono Pow3r arriva inoltre in un momento certo particolare per il gaming come per il mercato editoriale. Arriva in un periodo in cui lo stare a casa è l’imperativo numero uno, di conseguenza il settore videoludico è proprio uno dei più fortunati. Inoltre, “nuovo libro di un personaggio” in altri tempi sarebbe sicuramente significato eventi esplosivi e file infinite per avere una copia autografata. Invece, Salani e Mondadori Store hanno dovuto pensare a qualcos’altro: a eventi online e video interventi su prenotazione (uno a cui io stessa sono riuscita a partecipare…).

Un viaggio di controller in controller, di premi e insegnamenti

Ed è già record: prevedibili numeri da capogiro e alti posti in classifica, ma anche tanto che forse così prevedibile non era. Come già anticipato, il libro non racconta come in una classica biografia ma “chiacchiera” con il lettore, fa riferimenti a film, a numerose e variegate passioni nerd. Parla un linguaggio familiare, divertente e divertito, ma anche molto consapevole. La voce appartiene a qualcuno che, si percepisce bene, ha lottato molto contro pregiudizi e incomprensioni.

Io sono Pow3r adidas

Il racconto è condotto proprio come in un videogioco molto realistico, con tanto di dungeon e boss fights, di farming e maratone di level up. Parte da un Super Mario 64 tanto desiderato e da pomeriggi videoludici con il padre. Passa da Mass Effect, da Halo e gli fps e approda a Call of Duty, all’agonismo di chi si allena invece che studiare.

Affascinante è poi il tuffo nella vita da squadra, i tornei importanti e le competizioni internazionali. Post boss fight della maturità, Giorgio vola in America per rappresentare l’Italia a Los Angeles e Io sono Pow3r racconta quel viaggio talmente bene che sembra di essere lì con loro, di sentire la stessa ansia e subire lo stesso fascino di una realtà diversa da quella italiana, ancora lontanissima da un vero riconoscimento verso questo mondo.

Entra in scena Stermy, leggenda italiana degli e-sports di quando ancora non esisteva nemmeno un nome ufficiale per queste competizioni. Arriva anche Fortnite, Twitch… poi i Fnatic, la squadra inglese per cui tutt’ora Pow3r lavora come content creator. Un sogno che Giorgio ha seguito fin da subito e di cui è diventato protagonista, a cui dedica un capitolo a sé.

Infine, il libro si conclude nel culmine del sentimento, con una nota che sembra amara ma in realtà è positiva: siamo ancora solo all’inizio e il meglio è ancora da scrivere. Tiene conto di tutti gli insegnamenti e da dove provengono: il senso di responsabilità di un dialogo a scelta multipla, le delusioni e le sconfitte, i saluti amari e le perdite.

Non mancano i “punti di vista alternativi”, come la voce della madre di Giorgio. Inizialmente confusa e preoccupata dalla passione del figlio, diventa poi super-sostenitrice e protagonista lei stessa con uno dei capitoli più interessanti del libro.

Io sono Pow3r

Mi riferivo proprio a questo passaggio quando parlavo di messaggi importanti da far leggere ai genitori e di divulgazione di qualcosa che non tutti vogliono comprendere. E stando su un sito di gamer e appassionati come qdss.it, da certe situazioni di conflitto… ci siamo passati tutti. Siamo passati anche da servizi al telegiornale che assurdamente parlano del mondo videoludico come chissà che traviante mostro mitologico.

Ed è anche tramite alcune citazioni e frasi sentite che Giorgio si avvicina al suo lettore. Tanto che ti capita di esclamare dentro la testa: “ca** quanto hai ragione!”, scusando l’intensità di linguaggio. Di nuovo, scrivo di lucidità e consapevolezza di una situazione culturale nuova e ancora incompresa.

“…Lì, nei videogiochi, queste cose non succedono. Se sei bravo vinci, se sei scarso perdi. Al contrario, nella vita vera, non è detto che il tuo reale valore corrisponda a un riconoscimento. Questa è la differenza: i videogiochi sono imparziali, giusti. Possono essere anche spietati, ma restituiscono quello che gli dai. Nessuno mi toglierà mai dalla testa che è questo uno dei motivi per cui sempre più persone trascorrono il proprio tempo videogiocando.”

Parla di ingiustizie scolastiche e anche da qui… ci siamo passati tutti.

Insomma anche riflettere e trarne qualche lezione di vita, oltre che raccontare una vita prima e durante la notorietà.

Vivere di gaming e altri achievements

In occasione proprio di quell’evento on line, si potevano porre domande agli organizzatori poi selezionabili per un faccia a faccia con Pow3r. Dopo aver superato il momentaneo shock dell’essere stata scelta, faccio due domande, direi anche generiche, ma che sicuramente potevano portare a qualcosa di interessante. Io.. che quando spendo 1 euro per un gratta e vinci non lo riprendo nemmeno se ne compro altri duecento.

Diresti di aver scritto questo libro anche per ispirare altri ragazzi a percorrere la tua stessa strada?”. Risposta inaspettata in arrivo: assolutamente no. Eh sì, perché forte delle lotte e di tutti i sacrifici, Pow3r sa che vivere di gaming non è roba di tutti. Sa che non basta munirsi di una buona connessione e di webcam e, da neostreamer appassionata senza non troppe aspettative e che non è certo della pasta di chi macina tornei e arene di LoL, sto incominciando a scoprirlo anch’io. Insomma: chi decide di buttarsi e provare a trarre una professione dalla passione per il videogioco non avrà strada facile. Cosa ancora più cruda e vera… probabilmente non ce la farà

È la terza volta che parlo di lucidità e consapevolezza, ho contato bene?

Io sono Pow3r controller
Il controller SCUF Impact Pow3r Edition – Uno dei tanti achievement e una delle tante soddisfazioni, parlando di sponsor e collaborazioni.

Alla domanda sul successo di Io sono Pow3r e a tante altre riguardo l’ambizione, Giorgio risponde anche tramite il libro stesso: non facendo mistero di puntare sempre più in alto, di essere impietoso con il suo senso dell’impegno e di chiedere tantissimo a se stesso.

Con questo libro la doppia C, Calandrelli-Cozzi, in una efficacissima combinazione, parla quindi di tante cose cogliendo l’occasione di una storia personale. Si parla al lettore come al bar, senza omissioni e soprattutto con lo spirito giusto. Questo è uno dei messaggi più belli e che tengo, non a caso, per il momento delle conclusioni. 

Lo spirito è quello di chi come tanti appassionati ha compreso che i videogiochi possono davvero fare tanto per la vita di una persona. Possono essere arte e mezzo espressivo, fanno miracoli per l’autostima, creano occasioni di socialità, di aggregazione… più di tutto aprono la mente come poche cose nel mondo moderno. Molto poetico che tutti questi “achievements” provengano proprio da qualcosa che molti etichettano ancora come perdita di tempo.

Io sono Pow3r premio

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