Come è cambiato il cinema nell’epoca del coronavirus?

Il Covid-19 ha sconvolto la vita di tutti, privandoci della normalità, demolendo le nostre routine. Ha danneggiato anche l’industria cinematografica, includendo chi di andare al cinema aveva fatto un’abitudine.

Gioiscono le piattaforme di streaming, piangono le sale dei cinema italiani: una moltitudine di film usciti nel 2020 ha visto la sua uscita nella libreria digitale del neonato Disney +, e in quelle dei servizi che abbiamo imparato a conoscere nel settore, tra cui Chili, Infinity, il classico Sky e l’emergente Tim Vision. Le produzioni cinematografiche non si sono affatto fermate, anzi hanno continuato a fornirci nuove opere, combattendo il virus rispettando le norme di sicurezza. Ma tutto ciò è piacevole per gli abituali fruitori di film, e per chi volesse recarsi in sala per guardarne uno nello specifico?

Di primo impatto, una trovata gradevole 

L’uscita dei film sulle piattaforme di streaming è una trovata interessante in tempi di coronavirus, anche al fine di evitare il posticipo delle stesse uscite. Per gli spettatori “domestici”, abitudinari consumatori di serie TV, la soluzione adottata dall’industria può risultare comoda e priva di problemi. Dal punto di vista sanitario, l’idea funziona ottimamente, poiché elimina senza problemi gli assembramenti in sala e il pericolo di propagazione del virus; dal punto di vista economico è ovvio l’incremento dei guadagni da abbonamenti e nuove iscrizioni nelle casse delle piattaforme di streaming. D’altronde, la quarantena da Covid-19 ha favorito il settore, complice l’obbligatorietà di rimanere nella propria casa: Disney + ha approfittato della situazione rimpolpando il suo catalogo con numerosi nuovi titoli, dopo aver sondato il terreno a fine 2019 con The Mandalorian, uno spin-off di Star Wars.

A lungo andare, una soluzione stancante

L’avvento dello streaming è stato un fenomeno impressionante e di scala mondiale, grazie soprattutto al successo di Netflix, accompagnato dai concorrenti Prime Video, Now TV, Infinity e altri: disporre di una libreria con migliaia di titoli da guardare con un abbonamento di pochi euro al mese è davvero conveniente, anche grazie alle numerose esclusive fornite dalle varie piattaforme, che molto spesso la cinematografia “tradizionale” invidia. Tuttavia, l’esperienza dell’andare in sala nella sua sfaccettatura più abitudinaria è insostituibile per un vero appassionato di cinema che si rispetti. Con l’arrivo del Covid-19, che ormai invade le nostre vite da un anno, Netflix, Amazon, Disney e affini non hanno potuto che gioire, ma è proprio il fattore del “vivere” un’opera nel buio di un cinema a prevalere sul fattore del confortevole buio domestico dello streaming. Sicuramente le sale non possono disporre della lista di serie TV offerta dalle varie piattaforme, ma altrettanto certo è il fatto che guardare un film da uno schermo che al massimo può identificarsi in quello di un monitor ha un valore inferiore rispetto al godersi un’opera proiettata su un muro di 200 pollici. Come sappiamo, le sale sono ora inaccessibili per via delle norme Covid vigenti: soprattutto in questi giorni, il rientro nei cinema sembra molto lontano, a causa della recente dichiarazione della moltitudine di zone rosse in Italia.

Quando riapriranno i cinema?

Come detto, la riapertura dei cinema nelle regioni italiane ad alto rischio di contagi è ancora lontana. Tuttavia, è facile capire che in zona bianca (per ora identificata, purtroppo, nella sola Sardegna) le sale cinematografiche, assieme a palestre e altri luoghi d’interesse pubblici, siano già aperte. In zona gialla (unicamente la Sicilia, che da lunedì 15 marzo 2021 dovrebbe tuttavia cambiare colore) i cinema riapriranno, con ogni probabilità, il 27 marzo 2021, a scapito di stadi, palestre e piscine. Per le altre regioni ci sarà molto da aspettare: l’emergenza Covid-19 è ancora in atto in maggior misura nelle zone arancioni e rosse, e nelle regioni interessate dovremo sopportare un altro mini-lockdown, e dunque ora non sono in discussione riaperture di cinema, teatri e luoghi pubblici. Alla maggior parte degli italiani toccherà servirsi nuovamente dello streaming domestico per guardare un film, dunque. In zona rossa infatti, la quasi totalità delle attività commerciali rimarrà “fuori gioco”, ad esclusione dei negozi di beni di prima necessità, dunque alimenti e farmaci. Di seguito, la mappa di zone di rischio che dovrebbe essere adottata da lunedì 15 marzo 2021

Conclusioni

Dopo un anno di pandemia, il Covid-19 sta ancora perseguitando la nostra vita, condizionando la routine quotidiana di ognuno di noi, dalle commissioni domestiche e familiari al mondo del lavoro e dell’istruzione. È ancora impossibile determinare la data di fine dello stato di emergenza in cui ci troviamo dai primi mesi del 2020: abbiamo visto avvicendarsi DPCM, decreti di vario genere, abbiamo aiutato la sanità (già in equilibrio precario in alcuni territori) rispettando le norme Covid e rimanendo a casa il più possibile. I più giovani hanno compensato la modalità di insegnamento in Didattica A Distanza con lunghe sessioni di gaming, gli adulti, anche i più distanti dal mondo tecnologico, si sono sforzati di lavorare attraverso lo smart working, e gli anziani hanno stretto i denti di fronte a una delle tante difficoltà della propria vita. La morsa del coronavirus ha tuttavia rubato molte vite nel nostro Paese, e nonostante le nostre fatiche sembriamo essere tornati al punto di partenza. Non si può far altro che sperare che questa sofferenza giunga al termine, e il mondo della sanità sta lavorando costantemente per fornirci il vaccino (i primi sono già stati somministrati) al virus, la chiave per salvare il Globo da un’esperienza degna del XIV secolo europeo. 

Fonte (mappa Covid-19)