Senza rimorso: l’opera di Tom Clancy secondo Stefano Sollima
Il 30 aprile 2021, il catalogo digitale di Amazon Prime Video ha accolto Senza rimorso, l’ultimo adattamento cinematografico dell’opera di Tom Clancy, l’autore che ci ha regalato le saghe di Rainbow Six, Splinter Cell, Ghost Recon e The Division (di cui altri episodi sono stati trasposti in film o videogiochi). La pellicola è diretta dal nostro connazionale Stefano Sollima, già regista di ACAB – All Cops Are Bastards, Suburra, Romanzo Criminale e Gomorra. Senza rimorso pone le proprie basi in maniera molto simile alla serie di John Wick, aggiungendoci una sfumatura bellica in pieno stile American Sniper e un’importante componente narrativa relativa al controspionaggio.
Trama e sceneggiatura: vendetta personale e questioni internazionali
Il pretesto della trama di Senza rimorso è molto semplice: la moglie di John Kelly, il nostro protagonista, incinta a circa otto mesi di gravidanza, viene per sbaglio uccisa nella notte da sicari russi. John, disperato e infuriato per la perdita della sua consorte, e delle sua futura figlia, cercherà vendetta nei confronti degli artefici della morte della sua famiglia. Tuttavia, il suo intento verrà ostacolato dalla CIA, che gli impedisce di prendersi la vita dei suoi aggressori: la situazione interiore di Kelly va in conflitto con gli obiettivi dell’Intelligence statunitense, e si intreccia con un affare di controspionaggio bellico. La trama si evolve parallelamente al comportamento di John: logicamente, nelle prime battute della pellicola, egli è completamente accecato dall’odio e dal desiderio di vendetta; in seguito, il rancore lascerà un margine di spazio al sentimento di fratellanza verso i propri commilitoni, al patriottismo, e alla voglia di smascherare un complotto internazionale. La trama del film, tuttavia, è poco incisiva, e a tratti anonima: gli stacchi narrativi riguardano fatti già narrati, o dettagli frivoli al fine della storia; l’intreccio è quasi del tutto privo di colpi di scena, e i pochi che vi si presentano sono, per giunta, facilmente intuibili.
La sceneggiatura di Senza rimorso è poco folta: le sequenze di dialogo tra personaggi sono relativamente poche, rispetto alle scene in cui il regista preferisce “lasciar parlare le immagini”. La qualità dei dialoghi non è assolutamente eccellente: le battute dei personaggi sono brevi e quasi prive di importanza; in specifici momenti della pellicola, per poco non ci si convince del fatto che le parole siano una formalità nella rappresentazione dei fatti. Inoltre, le battute presentano anche una scarsa incisività nel ritmo dei dialoghi, in verità molto serrati e poco vivaci. Per giunta, lo spettatore è involontariamente “spinto” dall’insufficienza esplicativa dei dialoghi (in funzione della trama) a intuire antefatti o dettagli, magari importanti per la narrazione, che rimangono ignoti, se non vengono carpiti con un analisi personale più approfondita.
Regia e fotografia: il trionfo di Sollima e Rousselot
Stefano Sollima dirige gli eventi del film in maniera impeccabile, con inquadrature di media e lunga distanza realizzate perchè risultino più dinamiche possibili. In ogni caso, non mancano scene ritratte con movimenti di camera statici: il regista si destreggia tra campi larghissimi e piani americani, portando l’azione esplosiva della pellicola in ambienti estesi e ristretti. Sollima conduce le riprese movimentate del film concentrandosi sui gesti dei personaggi, senza soffermarsi troppo su primi piani dei loro volti, o sui particolari di alcuni oggetti. La macchina si focalizza, infatti, sul dinamismo dei movimenti corporei degli interpreti, rappresentando le loro movenze in ambienti altrettanto attivi e vivaci, seguendo i personaggi nel loro rapido avanzare lungo il proprio cammino, o nella loro immobilità, comunque pregna di tensione. Discreta è anche la gestione di campo e controcampo. Purtroppo, la quasi totale assenza di primi piani fa sì che l’espressività degli interpreti venga meno all’occhio dello spettatore in molte scene topiche dell’opera. Il ritmo dell’azione è ben scandito dal regista: si passa da una situazione movimentata ad un’altra con buoni intermezzi di staticità, che tuttavia non approfittano della situazione di equilibrio per fornire dettagli sulla trama dell’opera, bensì si limitano a spiegare eventi già noti o irrilevanti. In sostanza, Sollima riesce pienamente nel suo scopo, ossia quello di far provare adrenalina e suspense allo spettatore, attraverso scene d’azione ben studiate e realizzate in modo notevole, e di interpretare gli intervalli narrativi come “quiete prima della tempesta”.
La fotografia di Senza rimorso è eccelsa: Philippe Rousselot svolge un lavoro egregio nel gestire la resa tecnica delle immagini che vediamo su schermo: a livello grafico, i fotogrammi della pellicola sono eccezionali da osservare. Nonostante la scarsa presenza di riprese estremamente ravvicinate, il film, quando è possibile, evidenzia tutti i dettagli nelle inquadrature, incentrando la sua attenzione sui particolari visivi più interessanti: per esempio, l’opera si apre con la piacevole veduta di uno specchio d’acqua, reso irregolare dalle gocce che cadono su di esso. Ancora, è pienamente soddisfacente notare delle crepe nel finestrino di un auto, che si formano mentre essa viene avvolta dalle fiamme, o contemplare il flusso d’acqua di un rubinetto traboccante scorrente sul pavimento, e attraverso la fessura di una porta. L’illuminazione del film pecca in alcuni passi degli eventi narrati, ritraendo scene troppo scure, o troppo confusionarie: la cinepresa si rifà con un ampio gioco di ombre e luci negli ambienti di tensione, conditi dai bagliori del fuoco e dalle sirene delle volanti delle forze dell’ordine. La messa a fuoco e la profondità di campo operate dagli addetti alla fotografia sono buone ma non eccellenti: nei casi in cui si è deciso di sfocare lo sfondo, lo si è fatto in maniera eccessiva, quasi decontestualizzando gli interpreti dall’ambiente in cui si trovano, o in maniera poco rilevante, in tal caso quasi rendendo inutile e invisibile la sfocatura dello scenario. La computer grafica, nei passaggi in cui viene utilizzata, è realizzata senza sbavature o difetti di alcun tipo, e contribuisce a rendere di migliore fattura un’opera già quasi perfetta sul piano tecnico.
La colonna sonora del film, composta e selezionata da Jon Thor Birgisson, è perlopiù di contorno ai fatti narrati. In ambito compositivo e melodico, le musiche dell’opera non brillano per originalità, ma, nel campo di questo filone cinematografico, l’azione visiva prevale sui brani di sottofondo, che devono avere uno scopo prettamente accompagnante. Proprio per questo, la colonna sonora, nelle scene più movimentate, ha l’obbligo di incalzare e aumentare il ritmo delle sequenze, per renderle più adrenaliniche e rocambolesche. I pezzi di Birgisson funzionano in modo passabile per descrivere musicalmente le immagini su schermo, ma non sono assolutamente indimenticabili, poiché sprovviste di una vera identità.
Cast e interpretazione: tra anonimato e pathos
Senza rimorso raduna un cast di attori non troppo noti al pubblico, affidando la parte di protagonista a Michael B. Jordan, quella di coprotagonista a Jodie Turner-Smith, e un ruolo apparentemente marginale, ma in realtà fondamentale, a Guy Pearce. Tuttavia, la selezione del cast della pellicola funziona: gli attori si ritrovano negli stereotipi dei personaggi dell’opera, delineando da subito la loro caratterizzazione morale e comportamentale. Le interpretazioni sono di buon livello sul piano della pura performance, ma, in molte scene del film, l’espressività dei volti degli attori è quasi del tutto inesistente, o non evidenziata abbastanza: Michael B. Jordan interpreta egregiamente il personaggio di John Kelly, seppur si trovi troppo spesso al centro dell’attenzione; in tal modo, le prove attoriali degli altri personaggi sono vicine all’essere vanificate da ciò. Molto spesso, tuttavia, Jordan merita la sua posizione centrale nella rappresentazione degli eventi, poiché i suoi comprimari, diverse volte, riportano volti privi di qualsivoglia espressività e pathos, differentemente dall’attore che interpreta il protagonista. Infatti, Jordan è quasi l’unico personaggio della pellicola a definire espressioni facciali reali sul suo viso: gli occhi e la bocca disegnano sul volto dell’attore espressioni di serietà, afflizione, rancore, concentrazione e furia. La maggior parte degli interpreti, come detto, riportano molto raramente delle emozioni sul proprio viso, rimanendo spesso impassibili e limitandosi ad espressioni di passività. Il doppiaggio italiano, allo stesso modo, è discreto, ma non eccezionale. Insomma, sul piano interpretativo, il cast di Senza rimorso non fallisce, ma riduce il suo lavoro a poco più che sufficiente, senza focalizzarsi sulla potenza espressiva del volto, comunque non troppo importante in un film di azione del suo stampo, ma comunque fondamentale per dare un valore aggiunto all’opera in sé.
Senza rimorso: il verdetto
Riassumendo, Senza rimorso è una pellicola di valore discreto: probabilmente, il problema più grave dell’opera di Stefano Sollima è che non soddisfa le aspettative createsi intorno ad esso. In verità, è facile comprendere che, per un prodotto cinematografico che basa il suo intreccio narrativo su premesse così semplici, non si siano mai nutrite grandi speranze. Nonostante ciò, il film aveva comunque dato una buona immagine di sé, ma è logico che, per i più appassionati nell’ambito di lungometraggi d’azione, si tratti di temi triti e ritriti. La trama è anonima, e riesce a discostarsi dalle sue scontate fondamenta solo grazie a intrecci di controspionaggio internazionale, tuttavia si tratta della trasposizione cinematografica di un romanzo di Tom Clancy. La regia e la fotografia sono forse gli unici punti di forza della pellicola: Sollima svolge un lavoro eccelso alla direzione del film, e montaggio e comparto tecnico contribuiscono a rendere l’opera quasi perfetta sul lato visivo. Il cast funziona per gli attori selezionati, ma sul piano interpretativo pecca notevolmente: Michael B. Jordan conclude il suo compito con una buona performance, ma i suoi comprimari non sono allo stesso livello del protagonista, confondendosi nell’anonimato, privandosi di pathos ed emozione. In sostanza, Senza rimorso è un’opera poco più che sufficiente, da guardare in caso ci si stia annoiando, o nel caso in cui ci si professi appassionati di film di azione, o thriller: si presenta piacevolmente, ma non è un must watch del catalogo di Amazon Prime Video.
Valutazione: 6,5/10