L’approfondimento delle Guerre Stellari
Negli ultimi mesi, Disney ha annunciato lo sviluppo di numerosi spin-off della saga di Star Wars, il brand di cui ha acquisito i diritti nel 2012. Infatti, la compagnia statunitense ha ridato vita alla saga di Guerre Stellari, con una trilogia sequel, iniziata nel 2015 (con Star Wars: Episodio VII – Il Risveglio della Forza) e conclusasi nel 2019 (con Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker), e vari spin-off già pubblicati. Tra questi annoveriamo: le due pellicole Rogue One: A Star Wars Story (2016) e Solo: A Star Wars Story (2018), e la serie TV live-action The Mandalorian (2019), pubblicata sulla piattaforma di streaming Disney+. Dopo il successo di quest’ultima, Disney ha comunicato l’uscita, nei prossimi anni, di numerosi altri prodotti spin-off: si preannuncia un nuovo decennio di splendore per il celebre brand sci-fi di George Lucas.
Tutti gli spin-off in sviluppo
Come detto, negli ultimi tempi Disney ha annunciato che numerosi spin-off di Star Wars sono attualmente in sviluppo: si va dalle serie animate, ai film, passando per serie TV live-action, dello stampo dell’acclamato The Mandalorian. Nella primavera di quest’anno, è stata pubblicata The Bad Batch, una serie animata sequel di The Clone Wars. A dicembre 2021, Disney renderà disponibile The Book of Boba Fett, serie live-action incentrata sul personaggio di Boba Fett, uno dei più famosi cacciatori di taglie dell’universo di Guerre Stellari. Il 2022 vedrà l’uscita di un’altra moltitudine di serie TV: elenchiamo, dunque, la terza stagione di The Mandalorian, Andor (approfondimento sul personaggio di Cassian Andor, coprotagonista di Rogue One), A Droid Story, Visions (gruppo di cortometraggi in stile grafico anime, con un impianto antologico, sul modello di Love, Death & Robots) e Rangers of the New Republic. Tra le più attese, annoveriamo Lando (focus sulle scorribande di Lando Calrissian), Ahsoka (narrante la storia della padawan Ahsoka Tano), e, soprattutto, Obi-Wan Kenobi e The Acolyte, rispettivamente incentrate sull’amato cavaliere Jedi, maestro di Anakin e Luke, e sul riemergere del Lato Oscuro della Forza negli ultimi giorni dell’Alta Repubblica.
Abbiamo meno novità, tuttavia, per quanto concerne i prossimi film in uscita: l’unico progetto di cui conosciamo almeno la denominazione è Rogue Squadron, che vedrà la sua uscita nel 2023, per la regia di Patty Jenkins. Sono previste, poi, altre due pellicole cinematografiche, per il 2025 e il 2027, presumibilmente dirette da Taika Watiti e Kevin Feige; infine, di recente, il regista del controverso Star Wars: Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi, Rian Johnson, ha confermato lo sviluppo di una trilogia di film, da lui diretta, separata dalle vicende della saga degli Skywalker.
The Mandalorian: un piccolo capolavoro
Il 12 novembre 2019, assieme al suo servizio di streaming, Disney+, Disney lancia The Mandalorian, serie TV live-action basata sulla saga di Star Wars. La trama segue le vicende del Mandaloriano, un cacciatore di taglie che lavora al di là dei confini della Nuova Repubblica, potere sostitutivo dell’Impero Galattico ed erede dell’Alleanza Ribelle. Gli eventi di The Mandalorian si sviluppano circa cinque anni dopo Star Wars: Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi, e venticinque anni prima gli avvenimenti di Star Wars: Episodio VII – Il Risveglio della Forza. La storia si intreccia attorno al rapporto tra il Mandaloriano e un bambino (dai fan soprannominato Baby Yoda, per via dell’appartenenza alla stessa specie dell’ex Grande Maestro Jedi Yoda): il cacciatore di taglie, inizialmente freddo e inflessibile, si affeziona al piccolo, e trascorrerà molte avventure in sua compagnia. La serie in sé, infatti, pone molta enfasi sullo pseudo-legame “padre-figlio” che si instaura tra il Mandaloriano e la creatura: l’uomo, durante le sue pericolose operazioni, farà di tutto per proteggere l’incolumità dell’infante, a cui si vincola indissolubilmente. The Mandalorian è stato un vero e proprio successo, sia per il punto di vista del pubblico, che per quello della critica, dopo aver ricevuto recensioni e valutazioni positive, e aver vinto prestigiosi premi.
The Mandalorian ha all’attivo due stagioni, di cui una terza attualmente in sviluppo, e un possibile film sequel, ancora non ufficialmente annunciato. Nel frattempo, come detto, Disney ha dichiarato la lavorazione in corso di due serie TV, spin-off di quella incentrata sul Mandaloriano, ossia Rangers of the New Republic e Ahsoka. Sul piano registico e fotografico, ogni episodio di The Mandalorian è tecnicamente eccelso: i diversi registi dei vari episodi della serie compiono un lavoro perfetto agli occhi degli spettatori. La regia non presenta sbavature, trova sempre il modo di focalizzare l’attenzione di chi guarda sull’azione in movimento e sui personaggi: le gesta del Mandaloriano sono rappresentate ottimamente, con espedienti grafici suggestivi e coinvolgenti. L’intreccio dell’opera si basa sul semplicissimo filo narrativo del rapporto padre-figlio, ma la frenetica azione delle immagini, unita alle gag ricorrenti (in pieno stile Star Wars) tra il cacciatore e baby Yoda, e a una sequela di imprevedibili compagni di viaggio, riesce a far immedesimare e concentrare lo spettatore su ciò che sta osservando. Le musiche di un prodotto firmato Guerre Stellari, stavolta, non raccolgono i frutti dell’eterno John Williams, bensì di Ludwig Göransson, il quale svolge comunque una buona prova, seppur non offra delle composizioni indimenticabili: siamo lontani dall’immortale tema principale della saga, o dalla marcia imperiale, ideati da Williams. La scrittura dei dialoghi è di buon livello, seppur il numero di battute in un episodio medio della serie non sia alto; l’interpretazione attoriale è più che buona: il protagonista è impersonato da Pedro Pascal, che, tuttavia, nasconde costantemente il suo volto sotto il casco Mandaloriano. La voce italiana del cacciatore di taglie è quella di Andrea Mete, ed è particolarmente azzeccata per il personaggio: difficilmente sarebbe stato possibile rintracciare un timbro vocale così pertinente alla figura del protagonista.
Tutti questi elementi, collegati a diversi accorgimenti e particolari, tipici di chi possiede esperienza nel settore, contribuiscono a rendere The Mandalorian un piccolo capolavoro: ogni episodio quasi rievoca un’emozione unica, ossia quella sensazione insostituibile (per un fan della saga) di star vedendo una nuova pellicola di Guerre Stellari. Infatti, per quanto un film di Star Wars possa essere controverso dopo un’accurata analisi, alla prima visione, preferibilmente al cinema, quasi tutto ci sembra stupefacente e privo di difetti: è ciò che accade guardando un episodio di The Mandalorian.
The Bad Batch: un’inaspettata sorpresa
Il 4 maggio 2021 (nel giorno dello Star Wars Day), Disney+ accoglie Star Wars: The Bad Batch, una serie animata, sequel spin-off di Star Wars: The Clone Wars. Gli eventi si svolgono dopo la stagione finale di quest’ultimo prodotto di animazione, e dopo Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, e narrano le gesta della Clone Force 99, una squadriglia di cloni d’élite geneticamente modificati e studiati per non eseguire gli ordini.
La squadra di soldati, che intraprende coraggiose missioni al tramonto delle Guerre dei cloni e al sorgere dell’Impero Galattico, viaggerà in compagnia di Omega, una ragazzina sovente molto ingenua e ancora inesperta, ma molto sveglia. The Bad Batch è una piacevole e dai più inaspettata sorpresa: la prima stagione della serie non è ancora completa, ma, per ora, si è dimostrata perfettamente in grado di reggere il confronto con l’apprezzata The Clone Wars, di cui è un sequel diretto. I presupposti per una trama interessante sono già stati piantati dagli autori, e tutto consisterà nel gestire la narrazione e l’evoluzione dell’intreccio. I personaggi principali della serie (tralasciando vecchie conoscenze della sa sono dei veri e propri stereotipi viventi, ma non per questo la loro presenza risulta scomoda agli occhi dello spettatore: è facilmente comprensibile che anche solo l’esistenza di un personaggio come Omega conferisca al prodotto un’impronta adolescenziale e giovanile. Le frequenti gag all’interno degli episodi hanno sempre un carattere bambinesco e a tratti infantile, e ciò aiuta anche a smorzare il ritmo serrato dell’azione. The Bad Batch, infatti, porta sullo schermo immagini frenetiche e convulse nei momenti di maggiore tensione: tuttavia, questo scatenarsi di caos è lievemente frenato dal lato tecnico dell’opera. Le animazioni, seppur siano leggermente migliorate rispetto a quelle viste in The Clone Wars, non sono pienamente fluide, e la regia della serie non è sempre eccezionale. La qualità della CGI è, tutto sommato, discreta, e il colpo d’occhio è notevole soprattutto nelle situazioni più confusionarie, e molto meno in quelle più statiche ed equilibrate. Rare sequenze animate, infatti, risultano quasi legnose alla visione, ma in produzioni del tipo ciò è più che prevedibile. La colonna sonora della serie è stata affidata a Kevin Kiner, già autore delle musiche del lungometraggio Star Wars: The Clone Wars, della serie animata omonima e di Star Wars: Rebels. I brani di sottofondo, che accompagnano le avventure della Clone Force 99, sono stati ideati e studiati in maniera impeccabile e, pur non essendo indimenticabili, conferiscono un valore aggiunto all’opera.
In conclusione, The Bad Batch è nientemeno che una grande sorpresa per gli appassionati di Star Wars: la serie è lo spin-off sequel dell’ottima The Clone Wars, che ha posto sulle spalle della produzione una pesante eredità. Gli episodi della prima stagione sono tutt’ora in produzione, e otto su sedici sono già disponibili per la visione su Disney+: fino ad ora, The Bad Batch ha soddisfatto gli spettatori, che, dopo la recente conclusione del prequel, erano già alla ricerca di un degno successore di The Clone Wars.
Il futuro di Star Wars
Come visto, Disney ha intenzione di pubblicare una pletora di spin-off per la saga di Guerre Stellari, dopo la conclusione dell’epocale saga degli Skywalker, iniziata con la trilogia prequel sul sentiero di Anakin, proseguita nella “trilogia originale” sul cammino di Luke, e terminata con la trilogia sequel sulle orme di Rey. Dopo l’acquisizione del brand nel 2012, Disney non si è lasciata sfuggire l’occasione, e ha subito ridato nuova linfa alla saga, all’indomani di una criticata trilogia prequel, al seguito della quale George Lucas aveva pensato di abbandonare il franchise. Tuttavia, esso ha ottenuto nuova vita grazie a Disney, che ha contribuito ad amplificare il fenomeno Guerre Stellari: si spazia dai fumetti, ai videogiochi, passando per merchandising e, ovviamente, nuove opere di intrattenimento, cinematografiche e non. Come prevedibile, la deriva più “giovanile” della trilogia sequel, unita ad una trama dubbia e controversa di essa, ha deluso la maggior parte dei fan della serie. Disney, però, crede fermamente nel successo del brand, e dunque è al lavoro per soddisfare pienamente tutti gli appassionati della saga.
La multinazionale statunitense è impegnata nel rispettare la celebre frase del Maestro Yoda:
“Fare”, o “non fare”, non c’e’ “provare”.