Chi ha paura della musica?
Halloween è arrivato: il 31 ottobre si celebra l’horror raccontato in ogni forma, con ogni mezzo di comunicazione e in qualsiasi secolo. Della rappresentazione degli artisti nei videogiochi abbiamo già parlato (in questo articolo!). Concentriamoci su un’accoppiata di mezzi di espressione artistica spesso sottovalutata: musica e videogiochi. Ecco alcune delle più suggestive colonne sonore videoludiche da brivido, raggruppate per categorie di videogiochi e anche per…tipologie di videogiocatori!
La comitiva nel bosco: gli horror per spettatori
Grazie alla loro grafica originale e accattivante e alla struttura narrativa di stampo cinematografico, alcuni videogiochi horror si prestano più di altri a essere guardati, oltre che giocati. Lo dimostrano i numerosi gameplay e walkthrough di successo presenti su YouTube: fra chi riesce a godersi un videogioco horror solo in compagnia e chi preferisce esclusivamente osservare (magari partecipando a voce), questi titoli sono ciò che fa per gli amanti dell’horror di gruppo. Ascoltiamo insieme le colonne sonore che più ne raccontano l’essenza.
Until Dawn è stato il fenomeno YouTube del 2015: grazie all’ampia rigiocabilità del titolo per scoprire nuove strade da percorrere e personaggi da salvare (o eliminare), quest’horror “a scelta multipla” ha intrattenuto – più che terrorizzato – milioni di spettatori su YouTube. La colonna sonora di tutto rispetto composta da Jason Graves non è però riconoscibile e incisiva quanto l’adattamento della canzone popolare O’Death, la cui origine risale al diciannovesimo secolo e il cui primo performer fu il musicista e predicatore Lloyd Chandler. La canzone, qui eseguita da Amy Van Roekel, non potrebbe essere più in tema: provocare la morte dei personaggi o risparmiare le loro giovani vite – per quanto raccapricciante un concept simile possa sembrare – è una dei tratti distintivi di questa tetra avventura.
Una precedente esplosione di video gameplay, guide, walkthrough e live è avvenuta nel 2014 con Outlast, un indie di alta qualità sviluppato da Red Barrels. Nei panni di un giornalista investigativo, ci introfuliamo (quando? di notte!) in un ospedale psichiatrico abbandonato. La colonna sonora di Outlast, composta da Samuel Laflamme, cattura perfettamente l’essenza della storia e dei personaggi che popolano l’atroce e labirintico manicomio: la musica alterna infatti momenti di frenetico terrore (che commentano le scene d’azione, di fuga e di lotta) a una melodia di violino più lenta che omaggia la sfumatura malinconica e triste della storia dell’edificio, in cui alcuni pazienti bisognosi di aiuto psichiatrico hanno ricevuto tutt’altro che un adeguato supporto…
Little Nightmares è un horror platform prodotto dalla compagnia svedese Tarsier Studio: forse non il genere più adatto a dei giocatori-spettatori, ciò che compensa l’occasionale ripetitività di un gameplay ciclico come quello di un puzzle platform (la vostra buona dose di scatole da spostare, salti da calcolare e ombre in cui nascondersi è servita!) è la deliziosa e suggestiva grafica che disegna un ambiente dark fantasy capace di trasportare tutti – giocatori e spettatori – in una fiaba mostruosa i cui segreti si svelano con l’avanzare della disavventura. La musica composta da Tobias Lilja commenta l’esperienza alternando delicatezza e pesantezza, proprio come i sentimenti che suscita questo titolo nei suoi videogiocatori e spettatori.
Un altro titolo la cui grafica incanterà chiunque (facendo comunque spaventare tutti), è quella dell’indie horror Neverending Nightmares. Il game designer Matt Gilgenbach si è ispirato ai suoi disturbi ossessivo-compulsivi per raccontare una storia dell’orrore apparentemente ripetitiva che vede il protagonista sonnambulo (o forse no?) intrappolato in un loop dimensionale all’interno della sua casa ogni volta che si risveglia dai suoi incubi…l’animazione dei bellissimi disegni che ricordano l’oscurità surreale che usciva dalla penna di Edward Gorey è accompagnata da queste inquietanti note composte da Skyler McGlothlin:
Il protagonista solitario: single-player per coraggiosi
Nel mondo dell’horror videoludico, alcune esperienze necessitano di essere vissute in solitudine. Ciò non toglie che i seguenti titoli non risultino altrettanto godibili se giocati in compagnia, ma certo si perderebbe un aspetto fondamentale per la fruizione dell’esperienza nel miglior modo possibile. La solitudine e l’inquietudine data dal senso di isolamento sono al centro di questi titoli, che consigliamo ai più coraggiosi gamer solitari.
Silent Hill è uno dei capostipiti del survival horror: una longeva saga con alti e bassi che ha regalato momenti di puro terrore ma anche di tristezza, compatimento e persino affetto a migliaia di giocatori. La musica che ne accompagna le evoluzioni è cambiata, ma quella più memorabile e rappresentativa dell’intero universo narrativo resta quella composta da Akira Yamaoka per i primi tre titoli. Al contrario di quanto ci si aspetterebbe da un gioco horror, le note più iconiche di Yamaoka sono quelle che dipingono la dimensione sospesa fra il sogno e la realtà che caratterizza la Silent Hill deserta immersa nella nebbia e cosparsa di cenere che cade da un cielo bianco, più che quella brutale invasa da mostri.
Dalla Polonia con terrore: Darkwood – opinione soggettiva – è uno dei titoli capaci di spaventare realmente anche i giocatori di horror più navigati. Sperduto in una foresta negli anni ’80, un Dottore viaggia alla ricerca di una via di fuga durante il giorno, raccogliendo nel frattempo materiale utile per la sua sopravvivenza di notte: nell’oscurità quasi totale, tonfi e scricchioli saranno gli unici indizi per farci comprendere se qualcuno si sta intrufolando nella nostra casa…il tema musicale principale del gioco, composto da Artur Kordas, cattura perfettamente il senso di oppressione e angoscia crescente che non ci lascia mai, neanche durante le ore del giorno in cui la luce è solo una magra consolazione agli orrori che incontriamo e i loschi personaggi con cui interagiamo…
L’espressione artistica e la violenza, la creatività sfrenata e la follia, il talento e la perdita di sanità mentale: queste frequenti accoppiate vincenti e distruttive al tempo stesso sono state raccontate innumerevoli volte. I videogiochi non hanno perso la loro occasione: Layers of Fear (Strati di Paura) porta i giocatori in un mondo filtrato attraverso gli occhi di un pittore, un mondo personale fatto al tempo stesso di bellezza – quella presente nel suo passato e quella che rappresenta nei suoi dipinti – e di orrore – anch’esso appartenente alla sua vita così come alla sua arte. Arkadiusz Reikowski, il compositore della colonna sonora del titolo, rende perfettamente l’idea dell’alternanza, a volte fulimnea a volte graduale, di questi due stati.
The Blair Witch Project è forse IL titolo che viene in mente quando si nomina il genere “found footage”. Sebbene non sia stato il primo, il film horror a basso budget del 1999 che segue i tre sventurati filmmaker intenti a girare un documentario sulla strega di Blair ha consolidato le basi di questa categoria e ha spianato la strada ai numerosi filmati ritrovati che sono seguiti. Il titolo videoludico che ne espande l’universo narrativo è uscito sul mercato nel 2019: Blair Witch vi mette nei panni di un ex soldato dell’esercito in cerca di un ragazzino scomparso nel bosco di una cittadina statunitense (la stessa del film, ma qualche anno prima) insieme al fedele cane Bullet. Chi ama l’horror videoludico non potrà che sentirsi rapito da questo breve ma incisivo commento musicale creato anche questa volta da Arkadiusz Reikowski…
Year Walk è una camminata solitaria che, secondo leggende scandinave, veniva intrapresa una volta l’anno durante l’inverno. Se agli inganni e alle richieste di creature mitologiche e al freddo glaciale della stagione più dura dell’anno (specialmente in Europa del nord) si sopravviveva, la ricompensa che ci aspettava alla fine del cammino era la visione del nostro futuro. Con questa premessa, vi invitiamo a intraprendere da soli la vostra Year Walk, mentre le melodie tutt’altro che rassicuranti composte da Daniel Olsén accompagnano i vostri passi a scorrimento orizzontale e verticale fra innevati ambienti 2D.
Il rifugio dell’aiutante: i giochi che spaventano…ma non troppo
Quando si parla di horror, si tende spesso a distinguere fra appassionati e detrattori. Tuttavia, non vanno dimenticati coloro il cui genere narrativo preferito non è certo quello dell’orrore, ma che non disprezzano un piccolo brivido (purché privo di jumpscare) una volta ogni tanto. Per chi non ama la violenza estrema e i salti sulla sedia ma apprezza comunque un’atmosfera cupa e raccapricciante che presenti dei momenti di “pausa” dal terrore, ecco dei titoli ideali accompagnati dalle loro colonne sonore.
Alice nel paese delle meraviglie è matta: la ragazzina se lo sente dire in continuazione da numerosi personaggi del racconto di Lewis Carroll. Tuttavia, questa Alice è talmente matta da essere finita in un manicomio di Londra. Alice Madness Returns ritrasporta l’ormai ventenne Alice nel paese delle…mostruosità. Le meraviglie sono state infatti rimpiazzate da versioni deformate di luoghi un tempo colorati e vivaci, che riflettono lo stato mentale di una ragazza che tenta di fare i conti con un misterioso passato su cui urge far luce…il bellissimo commento musicale composto da Marshall Crutcher comprende una serie di track che accompagnano il viaggio del giocatore, ma questo brano incalzante e tenebroso in particolare coglie alla perfezione l’essenza del titolo.
Le atmosfere del punta e clicca dello svedese Fran Bow non sono meno terrificanti né inquietanti di altre: anzi, creando un quasi piacevole contrasto fra il mondo colorato e fatato dell’innocenza della piccola Fran e quello corrotto, oscuro e infestato del suo passato turbolento, il gioco si può definire un ottimo prodotto horror. Tuttavia, proprio grazie alla pillola rossa che la bambina può assumere quando vuole, anche ai giocatori più timorosi viene messa a disposizione l’opzione di tornare in un ambiente un po’ più rassicurante ogni volta che lo desiderano; la pillola infatti modifica la dimensione (ma non lo spazio) in cui Fran si muove. La colonna sonora composta da Isak J Martinsson complementa alla perfezione il mondo di gioco:
Infine, il titolo giusto per gli amanti della lettura: ibrido fra avventura testuale e battaglie in stile RPG con carte, Black Book è un gioco il cui universo è fortemente basato sul folklore della Russia del 19esimo secolo. La protagonista è una giovane cacciatrice di demoni ed esperta di creature – malevole, benevole o neutrali – realmente ispirate a quelle presenti nei bestiari dell’epoca. Sarà compito vostro aiutarla a consultare la sua enciclopedia, risolvere i problemi sovrannaturali degli abitanti del paese dispensando il consiglio giusto e tenere a bada i suoi piccoli demoni aiutanti assegnando loro degli incarichi. La musica che racconta il cuore di questa esperienza è stata composta da Mikhail Shvachko: un pizzico di horror e una manciata di mistero.